Vita antica, preindustriale e primitiva
Gli Algonchini rappresentano l'insieme di popolazione di nativi americani più popolose esistenti tuttora.
Gli algonchini vivono nelle riserve indiane canadesi, anche se nel passato occupavano la maggior parte delle regioni nordamericane,
dall'Atlantico alle Montagne Rocciose.
Dato l'elevato numero, gli Algonchini erano suddivisi in clan e in popolazioni che, a loro volta, erano divise in nazioni e confederazioni (come i Powhatan).
Della famiglia Algonchini facevano parte i Naskapi Innu, i Neenoilno Innu, i Micmac, gli Abenaki (Maliseet, Passamaquoddy, Penobscot, Norridgewock, Western Abnaki, Pennacook), i Massachusett, i Pokanoket, i Narragansett, i Pequot, i Mohegan, i Mahican, i Lenape (o Delaware), i Powhatan, i Cree, i Miami, gli Shawnee, i Kickapoo, gli Illinois, gli Asikiwaki, i Muskwaki, Menominee, Potawatomi, Ojibway, Ottawa, Cheyenne, Arapaho, Atsina, Nitsitapi.
L'economia degli Algonchini era basata principalmente sulla caccia e sulla pesca. Le tribù algonchine sono celebri per la costruzione di
canoe di corteccia di betulla,
realizzate utilizzando il legno di quest'albero come telaio e le radici come cordame.
Gli Algonchini praticavano anche l'agricoltura, specialmente le tribù situate nei pressi dei Grandi Laghi, dove il clima consentiva lunghe stagioni di
crescita delle colture. Tabacco e girasoli erano le colture principali, mentre il mais costituiva il cibo di prima necessità anche per le culture prevalentemente cacciatrici.
Nei pressi dell'Isola di Morrison sono state trovate tracce di lavorazione del rape per la produzione di utensili e armi, tracce risalenti a circa 1.000 anni fa.
I minerali di rame venivano estratti a nord del Lago Superiore.
Per quanto riguarda i riti e le credenze, gli Algonchini credono nei contatti e nella traccia degli spiriti guardiani e nel culto degli antenati;
praticano riti magici a beneficio della collettività o del singolo individuo, nel tentativo di controllare gli eventi della natura.
Uno dei più antichi riti sacri è quello propiziatorio delle "nozze sacre": all'inizio della stagione della pesca, due bambine vergini sposano le reti usate
per lo strascico nella speranza di propiziare l'attività di pesca.
La tradizione racconta che lo spirito delle reti era stato abbandonato dalla moglie e pretendeva di essere ricompensato prima di concedere una buona pesca agli Algonchini.
Malinowski definì il mito come una realtà vissuta, accaduta in tempi primordiali e che perdura tanto da influenzare il mondo e i destini umani. Tra gli Algonchini, così come in tutte le etnie indiane, non esistono fratture tra i vari aspetti del comportamento umano, anzi vi è una correlazione fra religione, arte, scienza e politica. Il mito è necessario come collante culturale, quando descrive le origini del mondo, dei riti sacri, delle arti, e delle attività quotidiane.
I miti fondamentali riguardano il tema della creazione, la nascita della conoscenza, i fenomeni del cielo e gli eventi naturali
(stagioni, notti, giorni, piogge, ecc... ), la morte e l'aldilà.
La mitologia degli Algonchini è centrata sulla figura di Gluskap e delle sue gesta eroiche in favore della popolazione.
Una di queste è la "liberazione delle acque" sequestrate dal temibile drago.
La cultura algonchina è incentrata sulla corteccia di betulla e le rappresentazioni artistiche algonchine traggono ispirazione dall'interpretazione dei sogni.
La loro arte è ricca di simboli pittografici-decorativi in cui i temi geometrici e la linea curva simmetrica risultano l'elemento dominanteː
il disegno è realizzato in modo speculare su due lati rispetto a un punto centrale e può essere formato, per esempio, da una doppia spirale.
La produzione artistica algonchina è composta dagli utensili domestici, dalle borse, dalle cinture e soprattutto dal calumet e dalle maschere cerimoniali.